LA LINEA GUSTAV, NAZIONALITA', ETNIE, RELIGIONI ED UNA BABELE DI LINGUE
Data: 09/09/2008Autore: ALBERTO TURINETTI DI PRIEROCategorie: SpigolatureTag: canada, francia, germania, goumier, gurkha, italia, maori, nippo-americani, nuova-zelanda, polonia, uk, unità-reparti, usa

LA LINEA GUSTAV, NAZIONALITA', ETNIE, RELIGIONI ED UNA BABELE DI LINGUE

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Oh bury me at Cassino
My duty to England is done
And when you get back to Blighty
And you are drinking your whisky and rum
Remember the old Indian soldier
When the war he fought has been won!

Oh, seppellitemi a Cassino
Il mio dovere verso l’Inghilterra l’ho assolto
E quando tornerai in Gran Bretagna
E starai bevendo il tuo whisky e rum
Ricordati del vecchio soldato indiano
Quando la guerra che ha combattuto sarà stata vinta!

Se passate da Cassino, alla sera prestate attenzione al suono delle campane dell’Abbazia.
Ogni sera alle 21 il loro rintocco, grave e solenne, si spande sulle montagne e scende per forre e dirupi fino al Rapido e nella valle del Liri.
Nella notte sembra chiamare a raccolta le anime di chi ha perso la propria vita in quell’ormai sempre più lontana stagione di morte e sembra quasi di udire una risposta a quell’appello. Centinaia di lingue e dialetti, che non hanno più importanza, così come le differenze del colore della pelle, della razza, della religione si confondono con quel suono in un unico mormorio di amicizia e di pietà.

Molti sono i modi di considerare le battaglie che si sono svolte per la conquista della Linea Gustav fra la fine del 1943 al maggio del 1944; gli storici possono affrontare questo periodo attraverso una miriade di sfaccettature, dalla descrizione delle strategie adottate dai vari eserciti o dei sanguinosi combattimenti che vi si svolsero, della tragedia dei civili che ne furono vittime o del travaglio della vita quotidiana dei soldati delle due parti.

Ma una delle peculiarità delle battaglie di Cassino resta senza dubbio quella dell’impiego di decine di migliaia di militari delle più svariate nazionalità, provenienti da tutti i continenti; ognuna di queste nazionalità era spesso divisa tra le più diverse etnie e religioni, in una babele di lingue e dialetti diversi.
Nel corso della II guerra mondiale, uomini e donne si ritrovarono reclutati nelle due grandi unità alleate, la 5ª Armata americana e l’8ª inglese, e nell’esercito tedesco.

La 5ª Armata americana

La 5ª Armata americana era stata appositamente creata in Nord Africa nel 1942-1943 per un intervento in Europa ed in particolare nel Mediterraneo, con personale interamente proveniente dagli Stati Uniti.
La maggior parte delle divisioni di fanteria allestite a partire dal 1940 appartenevano alla Guardia Nazionale dei singoli stati; quelle impegnate a Cassino provenivano tutte dalla Guardia Nazionale e quindi erano caratterizzate da un reclutamento marcatamente locale. (1)
Una prerogativa dell’esercito americano era quella della grande varietà di origine dei propri soldati, le cui famiglie provenivano da un’infinità di diverse regioni dell’intero globo; molti di quelli che operarono sulla Linea Gustav erano di origine italiana, di famiglie originarie in particolare dalle regioni meridionali del nostro Paese.

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Un reparto dell’Esercito degli Stati Uniti che operò con straordinario valore a Cassino nel gennaio-febbraio 1944 fu il 100th Infantry Battalion, composto da ufficiali, sottufficiali e soldati di nazionalità americana, ma di origine giapponese, provenienti dalle isole Hawaii. (2)
Nelle unità di prima linea vennero raramente utilizzati soldati di origine africana, relegati in generale a servizi di retrovia. (3)
Seppure poco ricordata, è invece sicura la partecipazione alla campagna d’Italia di volontari indiani delle tribù nordamericane. Due di loro, entrambi di etnia Creek, servirono nella 45th Infantry Division ed ottennero la Medaglia d’Onore del Congresso per gli atti di valore dei quali furono protagonisti: il sottotenente Ernest Childers, nato a Broken Arrow, Oklahoma, decorato per un’azione svoltasi nei giorni dello sbarco a Salerno, ed il sottotenente Jack Montgomery, Oklahoma, decorato per il valore dimostrato ad Anzio.

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DALLE HAWAII ALL'ITALIA, PER IL VOLTURNO E CASSINO: I NIPPO-AMERICANI DEL 100TH INFANTRY BATTALION

Prima del loro ritorno a casa, i militari del 100/442, vennero ospitati dal Presidente Truman nei giardini della Casa Bianca e in quella occasione egli disse: Vi siete battuti non solo contro il nemico ma anche contro il pregiudizio e voi avete vinto.

01/03/2009 | richieste: 4048 | WALTER EMANUELE MASSA
Spigolature | #today, nippo-americani, unità-reparti, usa

Parte integrante della 5ª Armata americana sul fronte di Cassino fu il Corps Expéditionnaire Français, composto da tre divisioni di fanteria, in gran parte arruolate in Nord Africa, e dalla 1ª divisione France Libre.
La prima grande unità a giungere in Italia fu la 2ª divisione di fanteria marocchina, composta in massima parte da nordafricani del Marocco, reclutati sotto forma volontaria nel regno, allora protettorato e non colonia francese; ad essa seguì la 3ª divisione di fanteria algerina, con due reggimenti di coscritti arabi e francesi dell’Algeria secondo la regola del servizio militare obbligatorio vigente nel territorio metropolitano, ed un reggimento arruolato in Tunisia sotto forma di ingaggio volontario.
Nel marzo del 1944 giunse in Italia la 4ª divisione di fanteria da montagna marocchina, una unità speciale, reclutata soprattutto nelle regioni montagnose del Marocco, con un’alta percentuale di soldati di etnia berbera. (4)
A queste tre divisioni vanno aggiunti i tre Groupements de Tabors Marocains, equivalenti a tre reggimenti di fanteria, ingaggiati esclusivamente tra le tribù berbere delle montagne del Marocco, sotto forma di impegno volontario. (5)

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Un discorso a parte per etnie e religioni di appartenenza merita la 1a divisione ‘France Libre’. Essa era infatti nata nel 1940 grazie ad alcuni reparti dislocati nelle colonie francesi i cui comandanti avevano raggiunto le più vicine formazioni britanniche, mettendosi a disposizione del generale De Gaulle, e combattendo a lungo in Nord Africa con l’8a Armata inglese. Giunta in Italia nell’aprile del 1944, si distingueva dagli altri reparti dell’’Armée d’Afrique’ per il particolare simbolo della Croce di Lorena, ostentato ovunque.
Oltre ai numerosi francesi che vi militavano, questa divisione era essenzialmente composta da reparti provenienti da quasi tutte le colonie francesi dell’Africa centrale.
I suoi sei Bataillons de Marche, la cui ossatura era composta da soldati francesi metropolitani, molti dei quali fuggiti dal territorio occupato, e da soldati senegalesi, era completata dalla presenza di una variegata rappresentanza di etnie del Camerun, del Congo, del Ciad e della Costa dei Somali. (6)
Il 22ème Bataillon Nord-Africain era invece composto dai resti di un battaglione tunisino, rimasto in Siria e passato ai Gaullisti.

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Nella struttura della 1ª divisione, la 13ème Demi-Brigade de la Légion Etrangère era di per sé un pulviscolo di nazionalità diverse. All’epoca essa era composta da rappresentanti di quasi tutti gli stati europei occupati dalla Germania nazista con una forte componente di spagnoli ed italiani reduci dalla guerra di Spagna, dove avevano combattuto dalla parte repubblicana.
Un battaglione contraereo veniva invece dalle Antille: rifugiatosi negli Stati Uniti, dove era stato equipaggiato ed armato, vi militavano numerosi autoctoni di Guadalupa e della Martinica.
Assai complessa era la questione dell’appartenenza a diverse religioni. In maggioranza cristiani i militari di origine francese, musulmani quelli del Nord Africa, con qualche sfumatura fra i berberi; militari di fede israelitica erano presenti nei reggimenti nordafricani, mentre tra i soldati africani molti erano musulmani ed altri erano considerati genericamente "animisti".
Nella 5ª Armata operarono a partire dal dicembre 1943 anche truppe del Regio Esercito italiano che parteciparono attivamente alle operazioni sulla Linea Bernhard (Monte Lungo) e poi sulla Linea Gustav. A questi reparti vanno aggiunti i gruppi someggiati, che resero un impareggiabile servizio alla causa alleata, e la 220ª divisione di fanteria.

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L’8ª Armata britannica

Molto più articolata era la composizione dell’8ª Armata britannica.
Formata nel settembre del 1941, era stata la grande protagonista delle campagne in Africa Settentrionale, della battaglia di El Alamein e della definitiva sconfitta delle forze dell’Asse in Tunisia.
La spina dorsale dell’8ª Armata era ovviamente composta da reparti nazionali, ognuno dei quali conservava le proprie tradizioni, spesso legate alle regioni di origine; oltre ai battaglioni dei reggimenti inglesi, vi erano naturalmente battaglioni scozzesi, irlandesi e gallesi.
La Gran Bretagna aveva però fatto ricorso, fin dal 1939, all’apporto di truppe e reparti provenienti dai Paesi del Commonwealth e delle colonie.
La Nuova Zelanda inviò in Egitto già nel 1940 una propria divisione, che sarà protagonista di una delle più sanguinose battaglie per la conquista della città di Cassino. Composta da cittadini di origine europea chiamati alle armi, essa schierò anche un battaglione di Maori, aborigeni del Nord del Paese di origine polinesiana. (7)
Costoro, preceduti da orripilanti leggende sul loro comportamento verso il nemico, nate a Gallipoli durante la I guerra mondiale e riaffermate nel corso dei combattimenti di Creta nel 1941, si rivelarono non solo valorosi soldati, ma anche molto rispettosi nei confronti della popolazione civile, attratti dal "bel canto" del quale erano appassionati.

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LA SECONDA GUERRA MONDIALE A ROCCASECCA - NEOZELANDESI

Terminati i combattimenti sul fronte di Cassino, i Neozelandesi fraternizzarono con la popolazione locale; eccone un esempio.

29/09/2001 | richieste: 11231 | ROBERTO MOLLE
ARTICLES IN ENGLISH | Spigolature | #marzo 1944, #giugno 1944, #today, civili, nuova-zelanda

Risalente ad una ormai quasi secolare consuetudine delle forze armate britanniche, l’8ª Armata annoverò fra le proprie unità impiegate a Cassino anche due famose divisioni indiane, la 4ª, veterana delle campagne d’Abissinia e del Nord Africa, e l’8ª, veterana della Libia e della Tunisia.
Entrambe erano strutturate in brigate, secondo l’ordinamento militare britannico, composte ciascuna di tre o quattro battaglioni di fanteria, uno britannico e gli altri della Indian Army.
Quelli presenti a Cassino erano stati reclutati nelle regioni settentrionali dell’India, delle quali rappresentavano tutte le nazionalità, etnie, caste e credi religiosi.
Per esempio nella 4ª divisione indiana, impegnata nei combattimenti di febbraio-marzo 1944, il 1/6th Rajputana Rifles era formato da Jats, Punjabis musulmani e Rajputs; il 4/16th Punjab Regiment da Dogras, Punjabis musulmani e Sikhs; nell’8ª divisione, che tanta parte ebbe nel superamento del Gari nel maggio 1944, il 1/12th Frontier Force Regiment era composto da Dogras, Pathans, Punjabis musulmani e Sikhs; il 3/8th Punjab Regiment, da Gujars, Punjabis musulmani e da Sikhs.
Il reggimento da ricognizione della 4ª divisione era il 6th Duke of Connaught’s Own (Bengal) Lancers, i famosi Lancieri del Bengala di salgariana memoria, composto da Jats, Punjabis musulmani e Sikhs.

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Nelle divisioni indiane erano normalmente impiegati battaglioni nepalesi, i famosissimi Gurkhas. A causa del coltellaccio che faceva parte del loro armamento, il kukri, essi, come i Maori, erano fin troppo noti per le orribili storie che si raccontavano sul loro conto a proposito del trattamento riservato al nemico. In realtà erano soldati, tutti volontari, estremamente disciplinati e per loro cultura e tradizione tanto determinati nel combattimento quanto rispettosi dei civili. (8)

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Tra il 1942 ed il 1945 la ripartizione delle fedi religiose presenti nella Indian Army era la seguente:

  • Indù 43.3%,
  • Musulmani 34,8%,
  • Sikhs 8,6%,
  • Gurkhas 8,0%,
  • Cristiani ed altri 6,3%.
    L’abnegazione ed il valore dimostrati dai soldati indiani sono sottolineati in tutte le pubblicazioni inglesi, ufficiali e non, dedicate alle battaglie di Cassino.
    Tra i soldati che meritarono la "Victoria Cross" è sovente riportato il caso del Sepoy, caporale, Kamal Ram, del 3/8th Punjab Regiment, di 19 anni, che il 12 maggio 1944 sul Gari, assalì quattro postazioni di mitragliatrici nemiche, distruggendone due da solo. (9)

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    VICTORIA CROSS

    Le motivazioni per l'assegnazione della Victoria Cross ad alcuni combattenti del Commonwealth sul fronte di Cassino.

    23/03/2003 | richieste: 4236 | VALENTINO ROSSETTI
    Spigolature | decorazioni

    Nell’8ª Armata britannica era inquadrato il 2° Corpo Polacco, le cui gesta sono indissolubilmente legate a Montecassino. Molti militari di questo Corpo erano originari dei territori della Polonia orientale, invasi dall’Unione Sovietica nel 1939. Questi territori nel 1944 furono annessi con un atto unilaterale del governo sovietico alle Repubbliche Bielorussa ed Ucraina, delle quali oggi fanno parte. (10)
    Il Corpo d’Armata canadese ebbe una parte importante nello sfondamento della Linea Senger e nei combattimenti della Valle del Liri nel maggio 1944.
    I suoi reggimenti erano nella quasi totalità reclutati tra la popolazione di lingua inglese. L’unica eccezione in Italia era rappresentata dal 22ème Royal Régiment, unità creata nel 1915 con volontari di lingua francese e tale mantenutasi nel corso della II guerra mondiale, ed ancora oggi presente nelle forze armate canadesi.

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    Tra i reparti di fanteria presenti sul fronte italiano erano rappresentate anche le popolazioni indiano-canadesi, che nel corso della II guerra mondiale offrirono circa 3.000 volontari alle forze armate.
    La loro presenza, seppure sul fronte adriatico nell’inverno 1943-1944, è curiosamente ricordata nel libro "The Tiger Triumphs", dedicato alle divisioni indiane dell’8ª Armata, nel quale si racconta che

    “Una notte due pattuglie erano uscite insieme. I Gurkhas erano armati di "Tommy guns" e del loro terribile "kukri". La pattuglia canadese, composta da quattro cacciatori esperti di trappole, due mandriani e due indiani nordamericani, era armata di fucili automatici e coltelli. Uno degli Indiani nord-americani, che aveva visto un Gurkha molto simile a lui ad eccezione della statura, disse con un forte accento canadese: “E’ la prima volta che abbiamo visto i Gurkha, ma, se sono bravi? Pensavo di saperne molto sulla capacità di orientarsi, ma non posso insegnare nulla a questi ragazzi. Sono molto onorato di essere accompagnato da loro.” (11)

    Nell’alta Valle del Rapido, a partire dall’aprile 1944, fu schierato un reparto delle forze armate sudafricane, il Kimberley Regiment, avanguardia di quella 6ª divisone corazzata sudafricana che sarà impegnata sul suolo italiano fino al termine delle ostilità.
    Tra i reparti minori appartenenti all’8ª Armata che hanno operato nel settore Garigliano-Cassino-Rapido tra il gennaio ed il maggio 1944 vanno ricordate le compagnie someggiate con conducenti inglesi, italiani, indiani e ciprioti; alcuni reparti di artiglieria e del genio composti da neri della Rhodesia e della Western African Force; il battaglione Bafile della Regia Marina italiana.
    Perfino un plotone di Commandos dell’esercito belga vi svolse un limitato ciclo d’addestramento, ripreso da un cineoperatore inglese, che ne ha immortalato la momentanea e breve presenza.

    Il personale femminile

    Negli eserciti alleati operanti in Italia, numerose unità militari furono allestite con personale femminile.
    In Gran Bretagna, all’inizio della II guerra mondiale fu deciso di incrementare il numero delle donne che facevano parte dell’Army Territorial Service, che ricoprirono moltissime funzioni nelle forze armate, espandendo la loro presenza anche oltremare, in Nord Africa e poi in Italia.
    Negli Stati Uniti, una legge del Congresso del 28 maggio 1941 aprì l’arruolamento di personale femminile nelle forze armate, raccolte dapprima nel Women’s Army Corps, così denominato dal luglio 1943.
    Una delle unità più famose fu il 669th Headquarters Platoon, assegnato al comando del generale Clark, che servì quale "esperimento" nell’uso di personale femminile, accompagnando la 5ª Armata dall’Algeria a Napoli e poi fino alla fine della guerra. L’unità era composta da 10 operatrici telefoniche, 7 impiegate d’ufficio, 16 dattilografe, 10 stenografe e una responsabile amministrativa. Moltissime donne in uniforme furono utilizzate in Italia negli uffici dei servizi di retrovia.

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    Assai cospicuo fu il servizio femminile nel 2° Corpo polacco, soprattutto per la presenza di tante donne e ragazze che erano riuscite a fuggire dall’Unione Sovietica con le famiglie. Esse furono impiegate nei più vari servizi, nei comandi, negli uffici amministrativi o negli ospedali. A causa della cronica mancanza di personale maschile, svolsero anche attività di meccanico nelle officine di riparazione degli automezzi e delle armi.

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    Numerose le presenze femminili anche nel Corps Expéditionnaire Français, dove prestarono servizio decine di volontarie nelle Trasmissioni. Chiamate simpaticamente Merlinettes, dal nome del generale Merlin che in Nord Africa ne aveva spinto il reclutamento e poi curato l’addestramento; furono largamente impiegate come operatrici radio, telefoniste, teletipiste e addette all’intercettazione radio.
    Infine il personale femminile della Croce Rossa, presente in tutti gli eserciti alleati. Queste volontarie svolsero un prezioso lavoro nell’assistenza dei feriti, sia nei grandi ospedali delle retrovie che sulle navi appositamente attrezzate per il trasporto dei degenti, ma soprattutto negli ospedali da campo e nei posti di primo soccorso più vicini alle linee del fronte. Molte di esse furono impiegate nella conduzione delle ambulanze, sfidando spesso i bombardamenti dell’artiglieria tedesca, fino a perdere la vita in operazioni di soccorso.
    Un esempio per tutte: l’infermiera volontaria e conduttrice di ambulanze Marie-Alphonsine Loretti, francese, 28 anni, caduta vicino a Sant’Elia Fiumerapido il 5 febbraio 1944, uccisa da una granata tedesca mentre tentava di prestare soccorso all’equipaggio di un’altra vettura caduta sotto il fuoco nemico.

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    La Wehrmacht

    Dall’altra parte del fronte, nella Wehrmacht, la composizione delle varie unità che hanno partecipato alle battaglie di Cassino fu più variegata di quanto non sembri ad un primo esame. Ovviamente la maggior parte dei militari di tutte le armi e corpi era reclutata nel territorio metropolitano del Reich, ma non mancavano cittadini dei territori occupati ed annessi alla Germania, chiamati alle armi.
    Il caso più rilevante è certamente quello dei sudditi austriaci. Proprio a Cassino hanno combattuto a lungo una divisione, la (44.) Reichsgrenadier-Division Hoch und Deutschmeister reclutata in Austria, e la 5. Gegbirgsjaeger-Division, in parte di provenienza tirolese. (12)

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    Molti i Volksdeutsche, cittadini di origini tedesche, ma residenti prevalentemente nei paesi dell’Est europeo, provenienti dai Paesi baltici, dalla Bielorussia, dalla Cecoslovacchia, dall’Ungheria, dalla Romania, dalla Jugoslavia: tra di essi vanno considerati anche i Tirolesi della provincia di Bolzano.
    Numerosi francesi autoctoni dei territori annessi al Reich nel 1940 furono obbligati a prestare il servizio militare nella Wehrmacht, così come i Polacchi residenti nella parte annessa alla Germania nel 1939 e nei territori del
    Governatorato. (13)
    Sul fronte di Cassino furono impegnati anche militari provenienti da vari stati dell’Unione Sovietica, soprattutto Russi, Ucraini e Bielorussi, impiegati in battaglioni prevalentemente addetti al controllo delle retrovie o ai rifornimenti delle prime linee. Almeno uno di questi battaglioni fu invece incorporato come unità combattente in una divisione di fanteria. Il Ost-Bataillon 616 fu infatti inglobato nel Grenadier-Regiment 194 della 71. Infanterie-Division, come III battaglione, rimanendo polverizzato all’atto dei combattimenti dell’operazione "Diadem".

    LA PRESENZA DI MILITARI RUSSI SULLA LINEA GUSTAV

    Nelle immediate vicinanze della Linea Gustav, e probabilmente della Linea Hitler, furono dunque presenti almeno sei battaglioni dell’Est, adibiti prevalentemente alla costruzione delle opere fortificate; tre di essi, il 560, il 616 ed il 620, sicuramente nelle retrovie di Cassino.

    10/10/2006 | richieste: 4457 | ALBERTO TURINETTI DI PRIERO
    Ricerche | germania, unità-reparti

    Una delle unità meno note al servizio della Wehrmacht fu la Brigata Tecnica Slovacca (Slowakische Technische Brigade o Slowakische-Bau-Brigade).
    Dislocata dalla fine del 1943 nelle retrovie della Linea Gustav, era composta da due reggimenti, 101 e 102, con un organico di circa 4.700 uomini.
    Essa fu trasferita in Italia direttamente dalla Bielorussia, dove i comandi tedeschi ne temevano un passaggio nel campo opposto. Dopo una breve riorganizzazione nella zona di Rimini, la brigata fu inviata nel basso Lazio, adibita alla manutenzione di strade e ponti. I soldati slovacchi dimostrarono però una troppo larga intesa con la popolazione civile e l’intera brigata fu spostata nel tratto appenninico del fronte, dove sviluppò un vero e proprio piano teso a boicottare i lavori nell’attesa dell’arrivo degli Alleati ai quali consegnarsi.
    Nel marzo 1944, i comandi tedeschi ne ordinarono improvvisamente l’arretramento in Abruzzo ed Umbria. (14)

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    Nessun reparto organico italiano fu invece impegnato nei combattimenti sulla Linea Gustav. (15)
    Per contro almeno tre battaglioni di lavoratori, militarmente organizzati sotto comando tedesco, ma senza una qualifica militare, parteciparono ai lavori di costruzione delle linee Gustav e Senger ed al mantenimento di strade e ponti nelle retrovie, così come migliaia di civili.

    DIARIO DI GUERRA - SERGENTE A.U.C. FRANCO BUSATTI

    Il diario di guerra del sergente A.U.C. Franco Busatti, appartenete alla 2ª compagnia, 108° Battaglione Genio “B. Grilli”, 51° Reggimento Fanteria. Tenuto tra il 6 dicembre 1943 e il 14 giugno 1944.

    Questo battaglione era posto alle dipendenze del 791° Battaglione Pionieri tedesco, di stanza nelle immediate retrovie della linea Gustav.

    07/09/2004 | richieste: 7307 | VARI
    Testimonianze | #dicembre 1943, #gennaio 1944, #febbraio 1944, #marzo 1944, #aprile 1944, #maggio 1944, #giugno 1944, genieri, italia, rsi

    Del tutto ininfluente fu la presenza nelle retrovie di nuclei della neo-costituita Guardia Nazionale Repubblicana, impegnati più che altro in controlli amministrativi sul territorio (annona), nello sgombero forzato delle popolazioni civili o in locali operazioni di polizia agli ordini dei comandi tedeschi.

    Epilogo

    Dopo mesi di battaglie davanti a Cassino, sulle spiagge di Anzio e la conquista di Roma il fronte italiano perse importanza, perché il massimo sforzo bellico alleato fu rivolto allo sbarco in Normandia.
    Le operazioni sembrarono languire, anche per il massiccio prelievo di unità ormai veterane da destinare allo sbarco in Provenza del 15 agosto 1944, fra le quali l’intero corpo di spedizione francese, e per un "turnover" tra le divisioni dell’8ª Armata, inviate a rotazione nel Medio Oriente, in Nord Africa e in Grecia.
    In Italia apparvero nuove formazioni ed altre nazionalità si aggiunsero a quelle che già vi avevano combattuto o che ancora erano presenti: tra le principali la 1st Brazilian Infantry Division, i cui primi reparti sbarcarono a Taranto nel luglio 1944; la Greek Mountain Brigade, che ha combattuto sulla Linea Gotica dall’agosto al novembre 1944, distinguendosi nella battaglia per la conquista di Rimini; la Jewish Brigade, composta da ebrei-palestinesi, in Italia dal marzo 1945. (16)
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    In realtà i soldati alleati continuarono a soffrire, risalendo faticosamente lo "stivale" e superando ad una ad una le linee di sbarramento nemiche, a costo di pesanti perdite.
    La preminenza di notizie sul nuovo fronte francese che riempivano ormai i giornali e le radio fece sembrare loro che in patria li avessero dimenticati e li considerassero quasi "imboscati" perché si trovavano lontano dal fronte "caldo".
    Divenne popolare una canzone dal titolo The ballade of the D-Day Dodgers, traducibile in senso letterale come "La ballata di coloro che schivano il D-Day", cantata sulle note della celeberrima "Lili Marlene".

    D-DAY DODGERS (SONG IN ENGLISH)

    Una canzone dei soldati alleati che ripercorre le tappe della Campagna d'Italia.

    02/01/2004 | richieste: 2731 | VALENTINO ROSSETTI
    Spigolature | canzoni-poesie

    Questa canzone divenne famosa perché al parlamento britannico, una deputata invero eccentrica, Lady Astor, equivocando sul significato di una lettera ricevuta da un soldato, firmatosi come "D-Day Dodger", aveva così definito in un suo discorso i soldati che combattevano in Italia, contenti, a suo modo di vedere, di evitare la "vera guerra" in Francia.
    La reazione non si fece attendere e ne nacque la canzone.
    A parte le frecciate contro Lady Astor, un passo dice:

    When you look round the mountains, through the mud and rain
    You'll find the scattered crosses, some which bear no name.
    Heartbreak, and toil and suffering gone
    The boys beneath them slumber on
    They were the D-Day Dodgers, who'll stay in Italy.

    Quando ti guarderai attorno sulle montagne, tra il fango e la pioggia,
    Troverai le croci sparse, qualcuna senza nome.
    Passati il dolore, la fatica, la sofferenza
    I ragazzi che stanno lì sotto continuano a dormire
    Sono gli imboscati del D-Day, quelli che rimarranno in Italia.

    Note

    1. La 34th Infantry Division ‘Red Bull’ era reclutata nel Nord e Sud Dakota, nello Iowa e nel Minnesota; la 36th Infantry Division ‘Texas’ nel Texas; la 85th Infantry Division ‘Custer’ nel Missouri; la 88th Infantry Division ‘Blue Devils’ nell’Oklahoma.
    2. Il 100th Infantry Battalion era sbarcato a Salerno ed era stato assegnato alla 34th Infantry Division, sotto il cui comando combatté a Cassino. Dopo l’arrivo in Italia del 442nd Combat Regimental Team, composto da soldati americani di origine giapponese, entrò a far parte di questa unità.
    3. La 92nd Infantry Division ‘Buffalo’, composta da personale afro-americano giunse in Italia solo nel settembre del 1944 ed operò sulla Linea Gotica; per contro in Italia si distinse un gruppo da caccia composto esclusivamente da personale afro-americano, il 332nd Fighter Group.
    4. In Italia è invalsa l’abitudine di definire con il termine "Marocchini" i soldati nordafricani, senza differenza fra quelli provenienti dall’Algeria, dalla Tunisia o dal Marocco stesso, oppure tra quelli di origine araba o berbera, tutti sbrigativamente indicati come ‘truppe di colore’.
    5. I Goumiers marocchini sono senza dubbio i soldati che hanno lasciato il peggior ricordo in Italia, ovunque essi siano passati dalla Campania alla Toscana, benché non sempre siano stati gli autori di fatti loro imputati. Appartenenti alle tribù berbere delle montagne dell’Atlante e del Grande Atlante, erano facilmente riconoscibili per la particolare tenuta. Sul capo, interamente rasato ad eccezione di una lunga ciocca di capelli, indossavano la rezza o khiout, un turbante di fili di lana intrecciati di colore nero o marrone scuro, o la chèche, un turbante formato da una lunga striscia di tela di color nocciola. Sopra l’uniforme indossavano la djellaba, un largo mantello con un vasto capuccio, a strisce verticali generalmente marroni di varie sfumature, nere e bianche. Ai piedi portavano spesso dei rozzi sandali in cuoio, i nails, calzati a piedi nudi. Secondo una tradizione millenaria, essi consideravano del tutto naturale il diritto alla razzia, termine di origine araba che significa il saccheggio dei beni dell’infedele, e furono autori di omicidi, stupri e violenze di ogni genere a carico della popolazione civile italiana.
    6. Il termine "Senegalesi" per indicare i militari di pelle nera che militavano nell’esercito francese è largamente usato dagli stessi Francesi, ma appare improprio per i componenti dei reparti che sono stati in Italia.
    7. Il 28th Infantry Battalion, famoso per i combattimenti del febbraio-marzo 1944.
    8. A Cassino hanno combattuto il 5th Royal Gurkha Rifles, il 2nd King Edward VII’s Own Gurkha Rifles, il 7th Gurkha Rifles ed il 9th Gurkha Rifles.
    9. Kamal Ram era nato il 17 dicembre 1924 nel villaggio di Bholupura, nello stato di Jaipur, del Rajasthan.
    10. Il 6 maggio 2005, l’ambasciatore bielorusso in Italia si è recato in forma ufficiale al cimitero polacco di Montecassino per rendere onore a nome del suo governo ai 254 caduti ivi sepolti.
    11. His Majesty’s Stationnary Office for the Government of India, The Tiger Triumphs, The Story of three Great Divisions in Italy, 1946, pag. 32.
    12. Gli Hochgebirgsjaeger-Bataillon 3 e 4 erano anch’essi a reclutamento in gran parte austriaco.
    13. Così numerosi che il generale Anders, comandante del 2° Corpo polacco, dopo le gravissime perdite subite a Montecassino, chiese ed ottenne dai comandi alleati che i prigionieri tedeschi di origine polacca gli fossero consegnati; costoro, dopo aver subito un interrogatorio, furono immessi nel 2° Corpo per ripianarne gli effettivi, tanto che alla fine della guerra essi risultarono più numerosi di quelli del maggio 1944.
    14. La brigata fu poi schierata sulla Linea Gotica e quindi nella Valle del Po, dove quasi tutti i suoi componenti passarono nelle formazioni partigiane italiane.
    15. Il caso del tenente Cozzarini, volontario in una unità tedesca, resta un caso raro. Della sua morte nulla si sarebbe saputo se non fosse stato lo stesso Alto Comando tedesco (O.K.W.) ad avvertire Mussolini, offrendogli un ottimo spunto per la propaganda.
    16. Attenendosi allo scopo di queste righe, si può anche affermare che da parte tedesca la novità più grande fu l’impiego in Italia della 162. (Turk.) Infanterie-Division, divisione del Turkmenistan, e di alcuni battaglioni, composti in gran parte da soldati provenienti dalle regioni orientali dell’Unione Sovietica, dalle caratteristiche somatiche più "cinesi" che europee. Dopo una disastrosa esperienza al fronte, nel luglio 1944, queste truppe furono esclusivamente impiegate contro i partigiani italiani nell’Italia settentrionale.

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