MONTECASSINO, 'UN TRAGICO ERRORE'. FU SOLO COLPA DI FREYBERG?
Data: 06/03/2024Autore: NANDO TASCIOTTIListe: ESTERNI AL SITOCategorie: Le battaglie, TestimonianzeTag: #today, bombing, montecassino-abbazia

MONTECASSINO, "UN TRAGICO ERRORE". FU SOLO COLPA DI FREYBERG?

Tutta colpa di quel massone, protestante e incolto del generale Freyberg.

Ce l’ha ancora con lui?

Quando tornò, dopo la guerra, ancora insisteva a giudicare inevitabile la distruzione dell’abbazia.

E Clark e Alexander?

Riconobbero l’errore, anche strategico: i tedeschi, infatti, dopo il bombardamento si fortificarono sulle rovine e riuscirono a ritardare di altri tre mesi l'avanzata degli Alleati su Roma ... . Già, ma che ne sapeva quel Freyberg della cultura millenaria e cristiana che c’era qua dentro? Gli affreschi di Luca Giordano, lo scriptorium fondato da Paolo Diacono, dove avevano lavorato per secoli i monaci per tramandarci i classici…che gli importava?.

Piovigginava, quella mattina di inizio febbraio 1994 a Montecassino. E don Agostino Saccomanno, 84 anni allora, portati con lucidità e grinta, era raffreddato. Ma a "infiammarlo" subito - e a proseguire con me l’intervista per il “Messaggero” passeggiando sotto i freddi portici del chiostro bramantesco – bastò pronunciare il nome di Bernard Freyberg.

Era il comandante del 2° Corpo di spedizione neozelandese che – nel sostituire gli americani, stremati e decimati dalla prima fase della battaglia di Cassino (12 gennaio-12 febbraio 1944) – più di tutti aveva voluto il bombardamento aereo di quella cima strategica delle difese tedesche sulla Linea Gustav.

Incluso il monastero

aveva imposto, nella convinzione che i tedeschi vi fossero dentro, o lo usassero quantomeno militarmente come osservatorio per l’artiglieria.

Altri trent’anni di libri, documentari, dibattiti, zuffe social in mezzo mondo, da quella grigia ma "infuocata" mattinata in abbazia. Don Agostino e gli ultimi monaci e civili sopravvissuti a quelle ore infernali sotto 450 tonnellate di bombe purtroppo non ci sono più. Ma fu davvero tutta colpa di Freyberg quello che, nel dopoguerra, lo stesso generale Mark W. Clark, comandante della Quinta Armata americana, definì “un tragico errore”? Le ricerche documentarie continuano.

Negli Archivi Segreti Vaticani c’è un documento – una riflessione "interna" delle alte gerarchie della Santa Sede – che indica una precisa fase, anzi proprio una data, in cui una decisione di Hitler provocò le condizioni della catena di eventi militari, menzogne da entrambe le parti e anche "abbagli" che portarono i comandanti Alleati anglo-americani a commettere quel "tragico errore", che ebbe l’avallo e, anzi, la sollecitazione politica di Winston Churchill.
È documentato da un telegramma – già pubblicato nella prima edizione, nel 2014, di "Montecassino 1944" - che il Premier britannico (preoccupato per la precaria situazione ad Anzio) inviò al generale inglese Harold Alexander, comandante delle Forze alleate in Italia, appena venti ore prima del bombardamento dell'abbazia.
Quella decisione – che il presidente americano Franklin D. Roosevelt subito giustificò come "necessità militare", sostenendo poi che vi erano "prove inconfutabili che l’abbazia formava una parte della linea difensiva tedesca" - si rivelò un vistoso boomerang militare, psicologico e propagandistico per gli anglo-americani. E contribuì a ritardare di altri mesi la liberazione di Roma (4 giugno 1944), dopo altre tre terribili battaglie (15-18 febbraio; 15-24 marzo, con la distruzione completa di Cassino; 11–18 maggio) e con altri orrori, come la barbara scia di violenze e stupri (le "marocchinate") nei paesi della Ciociaria attraversati dalle truppe coloniali francesi, che per prime il 13 maggio sui Monti Aurunci avevano sfondato la Linea Gustav.

Ma la responsabilità della distruzione [dell'abbazia nda] è di Hitler che scelse come caposaldo del fronte la zona di Cassino [...] al centro della quale Montecassino, bastione naturale, non poteva salvarsi, dichiarò il 15 febbraio 1984 - in un'intervista al "Popolo", quotidiano della Democrazia Cristiana - l'abate don Martino Matronola che, come giovane segretario, aveva affiancato l'ottantenne grande abate Gregorio Diamare in quei terribili giorni a Montecassino.

Tratto da: Nando Tasciotti, Montecassino 1944, un’abbazia torturata, Youcanprint, 2024.

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Bibliografia

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