Scheda bibliografica

Luciano Garbaldi

GLI EROI DI MONTECASSINO - La storia dei polacchi che liberarono l'Italia

Mondadori - 2013

Reperibilità: BUONA

3677

Nato nel 1892 in un villaggio che allora apparteneva alla porzione di Polonia annessa alla Russia, Waldayslaw Anders durante la Prima guerra mondiale era stato ufficiale dell’esercito zarista, prima di passare alle Forze armate della nuova Polonia indipendente.

Generale di brigata, mentre nel 1939 sta affrontando i tedeschi coi suoi uomini è preso alle spalle dai sovietici, che hanno a loro volta invaso la Polonia in base al Patto Moltov-Ribbentrop. Non sarà però ucciso alle Fosse di Katyn come la maggior parte dei suoi colleghi finiti prigionieri di Stalin. Per via del suo brillante curriculum e del suo passato di ufficiale russo l’Nkvd vuole invece convincerlo a cooperare, e quando rifiuta viene detenuto nelle famigerate carceri della Lubianka. Per due anni, fino a quando Hitler non attacca l’Urss. A quel punto, anche su pressione di Londra, viene liberato, e gli offrono anzi la possibilità di creare un’armata polacca con altri compatrioti liberati dal gulag. Così nasce quello che passerà alla storia come il II corpo d’armata polacco in Italia.

Passati dall’Unione Sovietica all’Iran e da lì in Palestina, gli uomini di Anders verranno infatti schierati nel nostro paese, ed è anzi con loro che in principio verranno inquadrati i contingenti del nuovo esercito italiano del Sud poi trasformatisi nel Corpo italiano di liberazione (Cil). Sono i polacchi di Anders, in particolare, che riescono a prendere Montecassino, aprendo la strada per Roma. E sono ancora i polacchi di Anders che libereranno Ancona e Bologna, combattendo fianco a fianco con il Cil e con i partigiani della Brigata Maiella. Il ricordo della ferocia sovietica, la scoperta delle Fosse di Katyn, le sempre più chiare mire di Stalin sulla Polonia, il modo in cui l’Armata rossa non permette di aiutare la rivolta di Varsavia e poi arresta i leader anticomunisti, pur amareggiando i polacchi di Anders, non li distoglie dal compiere il loro dovere. E’ però comprensibile che sorgano sempre maggiori problemi con i comunisti italiani che salutano col pugno chiuso, sventolano bandiere rosse e inneggiano a Stalin. Paradossali vincitori perdenti, gli eroi di Anders per la gran parte non potranno tornare nella Polonia ormai comunista dopo la fine della guerra, e si spargeranno per il mondo. Anders stesso morirà a Londra, ma si farà seppellire tra i suoi uomini nel cimitero militare polacco di Cassino.

Solo dopo la fine del comunismo la nuova Polonia democratica potrà infine celebrare questa epopea che Luciano Garibaldi racconta: inquadrandola nella bisecolare vicenda della solidarietà tra le guerre d’indipendenza di Polonia e Italia.

da "FOGLIO QUOTIDIANO"

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