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Rapido o Gari, le perdite americane dal 20 al 23 gennaio 1944 in alcune note del diario storico dell’O.K.W.
Data: 17/10/2010Autore: ALBERTO TURINETTI DI PRIEROCategorie: Le battaglieTag: #gennaio 1944, gari-rapido-area, gari-rapido-fiume, usa

RAPIDO O GARI, LE PERDITE AMERICANE DAL 20 AL 23 GENNAIO 1944 IN ALCUNE NOTE DEL DIARIO STORICO DELL'O.K.W.

Rapido or Gari, the American losses 20th- 23rd January 1944 from some notes of the O.K.W. Historical Diary
Rapido ou Gari, les pertes américainea du 20 au 23 Janvier 1944 selon quelques notes du Journal Historique de l’O.K.W.


Quella che ormai nella storiografia americana è la "Battaglia del Rapido", rimane come esempio di sacrificio dei fanti americani che in quel lontano gennaio 1944 cercarono invano di attestarsi sulla riva occidentale del fiume Gari, annientati dalla pronta reazione tedesca.

Sono note le polemiche che seguirono a quei sanguinosi fatti, sfociate addirittura in una denuncia dei veterani della 36a Divisione US e dei familiari dei caduti contro il generale Clark.
Appare però interessante riportare alcune annotazioni, molto scarse ma molto significative, contenute nel diario storico del comando supremo della Wehrmacht.

In breve, rimandando i lettori alle numerose opere che hanno trattato questa battaglia, occorre ricordare che l’operazione che coinvolse la US 36th Infantry Division, fu decisa dal comando della 5a Armata nel complesso di una manovra tendente a sfondare il fronte di Cassino in appoggio allo sbarco ad Anzio. [1]

L’attacco americano prevedeva la creazione di due teste di ponte lungo il corso del Gari, ovunque definito Rapido - come vedremo anche dai tedeschi - a cavallo del piccolo paese di Sant’Angelo in Theodice, mentre più a sud la 46th Infantry Division inglese avrebbe dovuto superare il Garigliano davanti al paese di Sant’Ambrogio. Scopo delle due teste di ponte, a nord e a sud di Sant’Angelo, era di creare le condizioni favorevoli a buttare alcuni ponti e consentire così il passaggio dei carri armati della 1a divisione corazzata americana ed entrare in profondità nella valle del Liri.
L’inizio delle operazioni fu fissato per la notte fra il 20 ed il 21 gennaio 1944.

Il tratto di fronte che era stato scelto dal comando della 5a Armata era difeso dalla 15. Panzer-Grenadieren-Division, agli ordini del generale Rodt. A quell’epoca la divisione era a pieno organico, con i suoi tre reggimenti di fanteria (104, 115, 129) per un totale di nove battaglioni, ed era stata spiegata a cavallo del Liri, dai sobborghi meridionali di Cassino (I./129), fino a pochi chilometri da Suio, sul Garigliano (III./129). In particolare nel settore di Sant’Angelo in Theodice erano schierati da nord a sud il I./Pz.Gren Rgt. 129, il III./Pz.Gren.Rgt 104, e la A.A. 115, il gruppo esplorante della divisione. [2]
Dietro la prima linea era di riserva il comando del Gren.Rgt. 134 con alcune unità del reggimento stesso.

A nord di Sant’Angelo, verso le 21 del 20 gennaio, i primi fanti americani del I battaglione del 141° reggimento fanteria riuscirono a imbarcarsi sulle barche ed i canotti, ma soltanto un centinaio di loro arrivò ad attraversare il fiume raggiungendo la riva occidentale. I tedeschi reagirono non solo con mitragliatrici e mortai, che distrussero molte delle imbarcazioni, ma con un violento fuoco di artiglieria, tale da sconvolgere i reparti americani che tentavano di raggiungere la sponda orientale.
Nella zona a sud di Sant’Angelo, alcune compagnie del I battaglione del 143° reggimento fanteria riuscirono ad attraversare il fiume, ma rimasero inchiodate sulla riva occidentale.
Nella zona del Garigliano, proprio davanti al paese di Sant’Ambrogio, un battaglione della 128a brigata britannica della 46th Infantry Division tentò di attraversare il fiume, ma soltanto pochi elementi riuscirono a raggiungere la sponda opposta, soprattutto a causa della forte corrente che travolse molte delle piccole barche a disposizione.

Il laconico commento del diario dell’O.K.W. è il seguente:

class="parlato">"Durante il contrattacco effettuato per ripulire la zona di sfondamento sul fianco destro della divisione sono stati presi prigionieri 2 ufficiali e 78 soldati. Inoltre, il nemico ha lasciato alle spalle numerosi morti, armi ed attrezzature.
Sull’ala sinistra della divisione nella zona di S. Angelo sono parimenti stati respinti con perdite sanguinose per il nemico tre attacchi nemici." [3]

Probabilmente i 2 ufficiali ed i 78 soldati presi prigionieri erano inglesi, rimasti sulla sponda occidentale del Garigliano senza nessuna speranza di poter riattraversare il fiume.

21 gennaio 1944

Il giorno successivo, il comando della 46a divisione di fanteria britannica annullò l’operazione, tanto che il diario dell’O.K.W riporta come:

"Sull’ala destra della divisione il nemico si è mantenuto tranquillo."

Al contrario, gli Americani continuarono nei loro sforzi per superare il Gari, contrastati da un pesante fuoco di artiglieria che colpì inesorabilmente la sponda orientale del fiume, mentre i reparti che erano riusciti a raggiungere la riva occidentale furono bloccati da un preciso fuoco di mitragliatrici e mortai.

Nel settore della 15.Pz.Gren.Div., è annotato nel diario:

"... (il nemico n.d.r.) ha attaccato attraverso il Rapido a 3 Km a sud-est di S. Angelo, appoggiato dalla riva orientale della zona di attraversamento del fiume da carri impiegati come artiglieria.
E' stato respinto sanguinosamente.
La zona dell’attraversamento, dove a quanto pare il nemico fa affluire rinforzi, è stata battuta dal fuoco combinato di forti unità di artiglieria.
Anche dai due lati di S. Angelo il nemico ha nuovamente tentato di costituire una testa di ponte. Con l’impiego di reparti del Gren. Rgt. 134 egli è stato comunque respinto in contrattacco con perdite sanguinose.
In questo settore degli scontri sono stati catturati 120 prigionieri." [4]

22 gennaio 1944

Nella notte fra il 21 ed il 22 gennaio, le unità della US 36th Infantry Division continuarono nei loro tentativi di far transitare quanti più uomini possibili al di là del Gari, prolungando le operazioni anche durante la giornata. Il tentativo di buttare un ponte Bailey fallì sotto un diluvio di granate dell’artiglieria tedesca.
Nel corso della giornata però, le compagnie che erano riuscite ad attestarsi sulle sponde occidentali del Gari rimasero isolate, esposte ai contrattacchi tedeschi ed al fuoco di mitragliatrici e mortai nemici.
Il Diario storico tedesco sembra appuntare l’attenzione principale all’attacco americano che si svolge a Sud di Sant’Angelo, nel settore del 143° reggimento di fanteria americano:

"Nella zona della 15.Pz.Gren.Div. il nemico ha attaccato a 3 Km a sud-est di S. Angelo su un ampio fronte.
E' stato respinto con perdite alte e sanguinose.
460 prigionieri sono stati trasferiti e sono stati contati 240 nemici morti.
La Linea principale di combattimento è sempre saldamente nelle nostre mani." [5]

23 gennaio 1944

Gli sforzi di passare il Gari cessarono fin dalla sera del 22 gennaio, ma la resistenza dei reparti che erano riusciti a passare il fiume si protrasse per tutta la giornata del 23, tanto che il Diario dell’O.K.W. registra ancora dei tentativi di avanzare:

"I rinforzi nemici e l’avvistata preparazione per la costruzione di un ponte nella zona a 3 Km a sud-est di S. Angelo sono stati battuti dall’artiglieria.
A nord-est di S. Angelo una tentata avanzata nemica è crollata sotto il fuoco combinato di tutte le armi.
Il nemico verso sera ha attaccato nella stessa zona. Combattimenti difensivi sono ancora in corso." [6]

24 gennaio 1944

Ai tedeschi non rimase che rastrellare le zone ad ovest del fiume, battute da un violento fuoco di artiglieria, uccidendo o catturando i soldati americani, rimasti ormai isolati e perduti sulla riva occidentale:

"Nuove postazioni di apprestamento nemiche a nord-est e a sud-est di S. Angelo sono state battute da un ben aggiustato fuoco d’artiglieria." [7]

25 gennaio 1944

Con la giornata del 24, si erano spenti gli ultimi focolai di resistenza di isolati gruppi di soldati americani che ancora combattevano, giunti al limite della sopportazione fisica e rimasti senza munizioni. Commenta il diario:

"Nella notte a nord di S. Angelo il nemico che aveva attraversato il Rapido è stato ributtato completamente sulla riva orientale.
Le relazioni finali sui combattimenti dei giorni scorsi hanno rivelato: 430 morti nemici sulla riva occidentale del fiume ed un totale di 770 prigionieri.
Per contro, nello stesso periodo le nostre perdite sono state di 64 morti e 179 feriti." [8]

Dalle parole contenute nel diario dell’O.K.W. si possono ottenere dei dati interessanti, il primo fra i quali è la determinazione delle perdite subite dalle due parti.
Alla fine dei combattimenti, i tedeschi hanno potuto contare le salme dei soldati americani rimaste sulla riva occidentale del Gari, ben 430, alle quali vanno sommati 770 prigionieri, per un totale di 1.200 perdite.
Alla cifra dei morti va però sommata quella di 143, dichiarata dal generale Clark, relativa probabilmente ai caduti sulla riva orientale del Gari, che porterebbe il totale dei caduti a 573. [9]
La cifra dichiarata dall’O.K.W. di 64 caduti e 179 feriti dimostra come da parte tedesca l’assalto americano fu respinto con relativa facilità.

Una curiosità che si può trarre dalle pagine del diario è l’uso del nome "Rapido", attribuito, come dagli americani, al Gari. Questo errore nasce dal fatto che anche i tedeschi usavano carte topografiche tratte dall’Istituto Geografico Militare, che aveva continuato la sua produzione presso le officine grafiche di Firenze, dopo l’8 settembre 1943.
Le carte italiane al 100.000 indicano infatti quel tratto del fiume come "Rapido".

Un terzo dato che risalta dal diario è l’utilizzo da parte tedesca di elementi del 134° reggimento di fanteria per rastrellare la riva occidentale del Gari, a meno che in questo caso non vi sia un errore di trascrizione del numero, eventualmente confuso con il "104".

In data 1 febbraio 1944, il diario riporta la notizia che:

"Vi è l’intenzione di far sfilare nelle principali vie di Roma circa 1.000 prigionieri anglo-americani prima di essere caricati sui treni." [10]

La sfilata ebbe effettivamente luogo e, dopo la guerra, fu inserita tra i capi d’accusa contro il comandante tedesco di Roma, essendo questo genere di manifestazione proibito dalla convenzione di Ginevra. E’ probabile, ma non provato, che fra i prigionieri che parteciparono allo "spettacolo" ci siano stati anche i reduci del Gari.

La sfilata dei GI su via dei Fori Imperiali a Roma (intervallo 0:58 - 1:10).

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Note

  1. ^ Livio Cavallaro, Le battaglie per la Linea Gustav 12 gennaio-18 maggio 1944, Mursia, Milano.
  2. ^ Cfr, Helmut Wilhelmsmeyer, Der Krieg in Italien 1943-1945, Leopold Stocker Verlag, Graz, 1995, pag. 209. Secondo Wilhelmsmeyer, nella zona erano schierati, oltre al reggimento di artiglieria della divisione, il reggimento di artiglieria divisionale, 33, ed i gruppi di artiglieria d’armata II./51, 602, 988, 992 e parte del Werfer-Rgt. 71.
  3. ^ Die geheimen Tagesberichte der deutschen Wermachtsführung im zweiten Weltkrieg 1939-1945, Band 9, 1. Dezember 1943 - 29 Februar 1944, Biblio Verlag, Osnabrück, 1985, 20 gennaio 1944.
  4. ^ Die geheimen Tagesberichte, Cit., 21 gennaio 1944.
  5. ^ Die geheimen Tagesberichte, Cit., 22 gennaio 1944.
  6. ^ Die geheimen Tagesberichte, Cit., 23 gennaio 1944.
  7. ^ Die geheimen Tagesberichte, Cit., 24 gennaio 1944.
  8. ^ Die geheimen Tagesberichte, Cit., 25 gennaio 1944.
  9. ^ Cfr. Mark W. Clark, 5a Armata americana, Garzanti, Milano, 1952. Al totale dei morti andrebbero forse aggiunti quelli affogati nel Gari i cui corpi furono trascinati via dalla corrente.
  10. ^ Die geheimen Tagesberichte, Cit., 1 febbraio 1944.

Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.

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