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CAPRILE IN GUERRA
Data: 02-06-2001Autore: ROBERTO MOLLECategorie: RicercheTag: roccasecca

CAPRILE IN GUERRA

La Seconda Guerra Mondiale a Roccasecca

Percorrendo la strada provinciale che collega Roccasecca centro a Castrocielo, rimarrete prima affascinati dalla visione della Valle del Liri, con la bella geometria dei terreni coltivati, e poi verso la montagna non potrete che ammirare gli speroni rocciosi che fanno da contrafforte al Castello di Roccasecca ed infine le antiche case del borgo di Caprile.

Un piccolo e ridente paese, frazione del Comune di Roccasecca, abbarbicato sulle pendici del Monte Asprano, che domina, come una terrazza, la Valle del Liri; il tempo sembra essersi fermato tra i suoi vicoli e le sue antiche case…vale bene una visita perché sono tanti i tesori che nasconde.

Ma la mia indagine, come già sapete, è storica con particolare attenzione ai ben noti eventi della fine del 1943 sino al maggio 1944; quindi sono partito dalle notizie raccolte nel libro "Caprile e la sua storia" dell’amico Fernando Riccardi per poi spaziare oltre. Per la sua particolare posizione Caprile si prestava ad essere un’oasi di pace a pochi chilometri dal fronte di Cassino, riparata da eventuali attacchi aerei; infatti il borgo fu sede di alcuni comandi tedeschi ed anche di truppe poste in riposo dal logorio del fronte, prima di essere ributtate nella battaglia.
Sappiamo dal libro del Riccardi che i tedeschi, la notte di capodanno del '43, organizzarono una grande festa alla quale parteciparono anche alcuni abitanti del luogo, dove vennero intonati i canti natalizi delle regioni di origini dei soldati.

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Ma quali truppe sono state a Caprile?

Innanzitutto truppe irregolari russe del Generale Vlassov (ovviamente collaborazioniste con i tedeschi) note soprattutto per la durezza di comportamenti verso la popolazione civile; inoltre nel dicembre del '43 sino al 22 gennaio del '44 nelle campagne innanzi il paese sostarono mezzi corazzati della divisione "Hermann Goering", prima di essere inviati a tamponare la falla di Anzio. Tali mezzi si mimetizzarono nella campagna tra Caprile e Castrocielo, sfruttando la ricca vegetazione, per essere al riparo da attacchi aerei, pronti comunque ad un impiego in combattimento in caso di sfondamento della linea Gustav.

Ultima e bellissima foto della serie del Panther con la fascina, il famoso "221"; scattata sempre sulla Casilina a Roccasecca; si noti sulla sinistra il borgo di Caprile. La trovate nell’articolo precedente "On the Melfa Again".

Nella campagna di Caprile, nella zona denominata i Pozzi, si trovavano alcune batterie pesanti tedesche, che molti anziani ricordano; lungo l’attuale Via S. Tommaso, nella proprietà Notargiacomo si trovava una grande cucina da campo che serviva il fronte di Cassino. Ogni notte i viveri venivano portati dai camion sino a Piedimonte S.Germano e poi, con l’ausilio dei muli seguendo il noto sentiero da Villa S. Lucia, arrivavano all’Albaneta e quindi ai paracadutisti della I Divisione; gli alleati si stupirono non poco quando seppero che i Diavoli Verdi avevano il rancio caldo!

La famiglia della Sig.ra Maria era riuscita a non farsi cacciare dai tedeschi ed abitava in un angolo della casa dove erano state posizionate le cucine tedesche; la Sig.ra Maria aveva fatto amicizia con un soldato austriaco molto giovane, tale Fritz, che spesso le dava qualcosa da mangiare. Nel marzo del '44 tutta l’area fu oggetto di un terribile bombardamento aereo e furono molti i soldati tedeschi che persero la vita. Furono i primi ad essere sepolti nel cimitero di guerra tedesco di Roccasecca; la nostra testimone ricorda che vide dopo il bombardamento, con orrore, il corpo del giovane Fritz morto.

Bisogna premettere che prima dell’arrivo dei tedeschi la famiglia Notargiacomo aveva nascosto la farina in alcuni damigiane di vetro, accuratamente nascoste sotto terra nell’aia della casa; il trucco si seppe soltanto dopo il bombardamento, quando a causa di una bomba, tutta la farina venne polverizzata in aria e coprì tutta l’area tanto da sembrare neve!
Nel Marzo '44, il paesino di Caprile venne a viva forza svuotato da tutti gli abitanti, costretti a salire sui camion per mete ignote. Vi erano sicuramente, da testimonianze raccolte, anche reparti di paracadutisti in avvicendamento dal fronte di Cassino e sostavano in particolare nel palazzo Bruni, ben visibile nella foto in bianco e nero, grande in primo piano; facevano parte della I Divisione del Generale Heidrich.

Nel libro di Walter Nardini "Cassino fino all’ultimo uomo" si legge a pagina 169 in merito alla terza battaglia di Cassino:

Intanto la 11a compagnia del III Reggimento Paracadutisti, forte di settantadue uomini, stava entrando in Cassino. In piccoli gruppi a marce forzate, erano arrivati da Fontana Liri e da Roccasecca.

Venivano sicuramente da Caprile.

Degna di nota è la presenza del comando di artiglieria del Colonnello Denziger. Da un colloquio avuto insieme all’amico Alessandro Campagna con il Maestro Riccardi, ci venne raccontato della presenza di un comando tedesco nella casa Tanzilli, dal quale si comandavano le batterie che da Aquino battevano sulla zona Cassino; anzi il Maestro Riccardi oltre che ricordarsi il nome del comandante, ci disse anche che a volte, pur nella giovane età, veniva messo a guardia dei telefoni e che avvertiva i soldati tedeschi quando questi squillavano.

Come ricostruire e ritrovare notizie in merito.
Il maestro Riccardi ci ha raccontato che ai primi giorni del mese di Marzo il padre morì per infarto e che per portare la salma al cimitero di Roccasecca, fu necessario un lasciapassare da parte dei tedeschi; ebbene questo è ancora perfettamente conservato scritto in tedesco, reca i nomi delle persone autorizzate a seguire il feretro; un elemento ha colpito la nostra attenzione la presenza del timbro dell’unità tedesca con il numero di Feldpost. Ogni unità tedesca aveva un timbro con un numero progressivo, che veniva messo sopra i dispacci, la posta e quant’altro. Ebbene di tale numero "59188" tramite sempre Alessandro ed una visura presso gli archivi a Berlino, abbiamo saputo che l’unità dislocata a Caprile era indicata con z.b.V.553; la forza aveva una competenza "reggimentale" e negli organigramma delle forze viene delineata con una bandiera quadrata bianca; la sigla sta per "Zur Besonderen Verwendung" ossia "per impiego speciale" e a maggio 1944 era aggregata alla I Divisione Paracadutisti funzionando per il relativo domando di artiglieria.

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Dopo tutta questa ricerca ritrovo il famoso Colonnello (Oberst) Denziger nel famoso ed insostituibile libro di Rudolf Bohmler "Monte Cassino" dove a pagina 457 alla nota 1) si legge:

All'assunzione del comando del settore di Cassino la I Divisione Paracadutisti disponeva dei seguenti reparti di artiglieria: il 190° Reggimento d'Artiglieria con due Gruppi leggeri; i reparti di artiglieria pesante: II Gruppo del 51°, il 602° e il 988°, inoltre il Reggimento d'artiglieria della Divisione del Maggiore Schram. Questi reparti erano riuniti nel Reparto d'artiglieria V. 558, colonnello Denziger.

L'amico Riccardi ricorda che tale comandante venne promosso proprio mentre si trovava a Caprile e fu organizzata una festa in piazza con tanto di parata.

Interessante a Caprile il ritrovamento di alcuni bunker scavati nella roccia; uno in perfetto stato si trova nella proprietà dell'amico Mario Tanzilli, per gli amici Trapper; un bel giorno insieme anche a Mauro Lottici e Alessandro Campagna, lo abbiamo visitato. Reca all'entrata una scritta in tedesco con l'anno 1944; fu sicuramente costruito come riparo antiaereo.

Di notevole interesse è sicuramente il film "I Diavoli Verdi di Montecassino", girato da una troupe tedesca nel 1955, con molte location in Roccasecca e soprattutto a Caprile. Si vedono bene gli uliveti antistanti il borgo ma anche la piazzetta del paese con le scalinate che conducono nei vicoli. Con l’aiuto di Mauro Lottici cercherò di ricavare dal Film delle immagini interessanti.

Al momento dell’avvicinamento del fronte, i tedeschi in ritirata fecero saltare alcune case per bloccare la strada, ma ciò non impedì alle truppe alleati di passare comunque.

Si noti, nelle immagini qui sotto, che vi sono alcune case sulla destra poi fatte saltare in aria dai tedeschi per ostruire la strada e che a tutt’oggi risultano distrutte.

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I liberatori furono le truppe indiane del Commonwealth il 25 maggio 1944 appartenenti alla 8a Divisione Indiana comandata dal Generale Russel. Queste truppe prima di passare il Ponte Vecchio (ricordate la foto nell'articolo del Melfa?) fecero una capatina nelle gole del Melfa sino al ponte della valle dove trovarono questo ve lo dirò nell'articolo dedicato al tracciolino (nome dialettale per indicare la strada che nelle gole del Melfa collega, dopo 18 chilometri, Roccasecca a Casalvieri; se non l'avete mai vista, non avete mai visto nulla.

n.b. Vi era il comando del Generale Baade, dove? Lo saprete presto.

Nelle campagne di Caprile si stanziarono alcuni comandi tra cui un'unità neozelandese. Ferdinandi Tommaso di Caprile fu proprio battezzato da un soldato di tale nazionalità con il quale è stato per tanti anni in contatto epistolare ed un soldato Maori fece amicizia con il padre, tanto da regalargli il suo tipico machete.

L'amico Giuseppe Tanzilli nel 1993 si recò con il gruppo scout di Roccasecca in Austria per un campeggio estivo; un giorno si mise a parlare con l'anziano custode e questi, quando seppe che veniva da Roccasecca, cambiò atteggiamento e si chiuse in uno strano mutismo. Qualche giorno dopo l'anziano signore gli confidò che era stato un paracadutista di stanza a Roccasecca ed in particolare a Caprile ma che, comunque, non aveva molta voglia di raccontare del passato.

Questo è tutto quanto ad oggi ho raccolto; in attesa di ulteriori interessanti notizie. Ringrazio per l'aiuto insostituibile Mauro Lottici. Un grazie particolare al Maestro Pasqualino Riccardi e ad Alessandro Campagna e Mario Tanzilli.

Bibliografia

  • Fernando Riccardi, "Caprile e la sua Storia";
  • Rudolf Bohmler, " Monte Cassino";
  • Lottici e Marzilli, "Cassino 44 Immagini dalla memoria";
  • Jean Yves Nasse, "I Diavoli Verdi";
  • "Canada Italia 1943-1945".

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